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Il garage di casa diventa la prima "officina" per
disegnare in scala 1:1 il telaio della buggy: inizialmente si
pensava di utilizzare delle ruote di un trattorino rasaerba
demolito, piu' avanti opteremo per 4 ruote (regalate) di una
Lancia Thema. Nel frattempo di stabiliscono le dimensioni del
telaio sia in pianta che in proiezione laterale, giusto per
andare in officina con il saldatore e non perdere tempo a capire
quanto e dove tagliare i vari tubolari. Inoltre si decidono le
dimensioni dei tubi in diametro e spessore segnando i vari punti di saldatura.
Per curiosare su internet sull'argomento "buggy
autocostruite" consigliamo di visitare questi siti davvero
fantastici:
www.badlandbuggy.com
www.joachimbuggy.tk
www.hotbuggy.com
http://groups.msn.com/primaryreactionsidewinder/shoebox.msnw
http://livefreely.ld.infoseek.co.jp/e/index_e.html
www.git.com.au/%7Etheedge
www.tonysbuggypage.btinternet.co.uk
www.zone76.com/Buggy_Project/Buggy_Project.htm
La passione per i prototipi autocostruiti
nasce da molto lontano: da adolescenti ci si era costruiti un
go-kart con motore
150 cc. di un Vespone con il quale si scorazzava per le
strade (allora bianche) addirittura in tre! Infatti uno pilotava
e altri due facevano da peso (in piedi attaccati al roll-bar
costituito da una testiera di un letto!) per bilanciare la ruota
posteriore che non era motrice...altri tempi! E ancora: si
riuscì a sistemare una vecchia lambretta 150 cc. con la quale si
faceva pseudo motocross per i campi sempre rigorosamente in tre!
Poi si passò alla Fiat 500 che tagliammo con il flessibile e la
facemmo diventare cabrio! Si, si... e con tanto di roll-bar
(stavolta piu' serio...). Purtroppo la pompa dei freni era
proprio andata cosi' si frenava scalando le marce e dandoci
dentro di freno a mano...Dopo simili trascorsi dove si poteva
andare a lavorare (?!?) dopo la laurea? Ma naturalmente in una
ditta di prototipi! Questa avventura mi impegnò per ben tre
anni...
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Ed eccomi qui con l'auto elettrica che
seguii nella sua completa costruzione, realizzazione e nei vari
test di collaudo:
la mitica GREEN 2P e GREEN 3P (che sta per
due e tre posti) della
ditta P.G.E. (Progetti Gestioni Ecologiche) con storici trascorsi nel campo dei prototipi
elettrici in Italia (la prima ad installare a Bruxelles nel
lontano 1981 una stazione computerizzata di auto elettriche a
noleggio). L'auto con carrozzeria in vetroresina e telaio a
tralicci montava inizialmente un motore in corrente continua
(poi sostituito con uno in alternata più performante) con un pacco
batterie standard al piombo da trazione elettrica toccava i
60
Km/h con un'autonomia di 80 km ed era costruita su meccanica
Fiat Uno con ammortizzatori rinforzati (a pieno carico si
toccavano i 14 quintali).
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Ecco il frontale della GREEN 2P (due posti frontali) e quello
della GREEN 3P (tre posti frontali, guidatore + panchetta).
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Una vista degli interni dell'auto
elettrica molto curati: volante in similpelle in tinta con gli
interni, cruscotto personalizzato con strumentazione a LCD con
indicazioni di consumo, autonomia, amperometro, voltmetro,
temperatura motore, etc...
In evidenza lo sportello laterale che racchiudeva il pacco
batterie: questo poteva essere agevolmente e velocemente
sostituito con uno di carico in quanto poteva scorrere su slitte
supportate da maxi-sfere in acciaio.
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La GREEN 2P è stata ospite di un
istituto tecnico superiore per una mattinata dedicata alla
tecnica e all'ecologia: prima in aula a spiegare con il video
proiettore come funzionava ai giovanissimi l'auto elettrica e
poi...in giardino a provarla!Esperienza incredibile e fantastica
per l'entusiasmo che incontrammo quella gelida mattinata di
febbraio.
L'ultimo a destra e' il professore di elettrotecnica di questi
scatenati fans dell'auto elettrica.
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